Biografia Giovanni Fumagalli
Giovanni Fumagalli, “Fuma” per gli amici, è stato pittore, gallerista, organizzatore culturale, una figura che ha segnato profondamente la Milano del suo tempo e non solo. Nasce a Milano il 13 luglio del 1902, primo di cinque figli. La madre è maestra elementare, mentre il padre muore quando lui ha solo 8 anni. Giovanissimo inizia a dipingere, e frequenta le scuole magistrali dove incontra Cesare Breveglieri con cui costruisce un legame che durerà tutta la vita. Si iscrive al Partito Socialista a 16 anni e rimarrà iscritto fino al 1925. Nel 1918 rimane orfano e inizia a lavorare come spedizioniere in Brianza. Nel 1925 torna a Milano, prende in affitto con Breveglieri un piccolo studio, e frequenta Umberto Lilloni e Angelo Del Bon protagonisti del movimento dei chiaristi che influenza le prime opere di Fumagalli. Si sposa molto giovane e dal matrimonio nasceranno due figlie, Nuccia e Nora. Nel 1932 espone alla III Sindacale Lombarda al palazzo della Permanente. Parteciperà a questa rassegna anche negli anni seguenti; nel ’36 un suo quadro viene acquistato dalla Galleria D’Arte Moderna di Milano e nel 1937 vince il premio sindacale. Nel 1935 è invitato alla II Quadriennale di Roma con due opere, e durante il viaggio verso la capitale incontra Arturo Martini e Marino Marini.
Nel 1938 partecipa alla mostra per le belle arti e l’esposizione permanente di Milano con due quadri. Nel 1941 espone al premio Bergamo e nel 1943 tiene una personale alla Galleria d’Arte Cairoli di Milano. Nel 1942 conosce Ugo Arcuno, intellettuale antifascista napoletano che dirige una piccola galleria d’arte, la galleria Borgonuovo, ed entra nel giro dei suoi artisti, esponendo con una personale nel 1942 e nel 1943. La galleria è un centro di confronto e di discussioni e come ricorderà Fumagalli è “l’occasione per lui di riscoprire l’entusiasmo della militanza socialista della giovinezza”. All’indomani dell’8 settembre del ’43 il gruppo si disperde, alcuni salgono in montagna nella Resistenza, altri lasciano la città. Fumagalli e la famiglia sono sfollati in Brianza, ma dopo poco tempo torna in città e si separa dalla moglie. Aderisce alla Resistenza militando nei GAP, e iscrivendosi poi al PCI. Dopo la Liberazione nell’ottobre del 1945 riapre la Galleria Borgonuovo (a cui si aggiunge il 15, Galleria 15 Borgonuovo) di cui diventa direttore. Intorno a lui si formerà un gruppo, tra cui Tettamanti, Antonietta Ramponi, Motti, Scalvini, Brizzi, Mucchi, Nobile, il poeta Sciaky e altri, che sarà il primo nucleo di artisti realisti milanesi, apparentati con gli artisti che furono di Corrente, da Cassinari a Birolli, da Guttuso a Manzù, da Morlotti a Sassu a Treccani che esporranno in una collettiva nella seconda mostra della galleria. Scriverà Fumagalli : “Più che un dibattito su problemi specificatamente artistici, la nostra attenzione era portata nel campo morale della società italiana. Come pittori continuavamo a dipingere le cose a noi familiari, le nostre donne, i nostri bambini, il nostro paesaggio. Avevamo paura della retorica, la odiavamo, tanto il fascismo ne aveva fatto uso e abuso”.
Alla fine del 1947 si chiude l’esperienza della “15 Borgonuovo”, mentre nel 1948 ha l’incarico di responsabile Artistico alla Casa della Cultura di Milano. Nel 1951 diventa direttore della galleria Bergamini. Durante questi anni numerose sono le mostre personali, nel ’46-’47 alla “15 Borgonuovo”, nel ’51-’52-’54-’55-’56 alla galleria Bergamini, nel ’54 alla galleria Piazza Vecchia di Brescia, nel ’56 alla galleria Alberti (Brescia) e presso villa Zorn (Sesto San Giovanni). Gli vengono assegnati numerosi premi, tra cui Vado Ligure, Lissone, Suzzara nel 1952. Nel 1959 partecipacon tre quadri alla mostra “50 anni d’arte a Milano” alla Permanente.
Nel 1952 fonda con altri artisti il Sindacato Artisti aderente alla CGIL, di cui diventa segretario nazionale per il nord Italia. Sempre in quell’anno nasce la rivista “Realismo”, periodico fondato da Ernesto Treccani, Mario De Micheli, Raffaele De Grada, Renato Guttuso, Antonello Trombadori, Antonio del Guercio, e che ha la redazione nello studio del Fuma. Ricorderà Raffaele De Grada, che a Fumagalli “non bastò essere un buon pittore, non volle anzi mettersi in concorrenza coi colleghi, preferendo la posizione di mentore del lavoro altrui, anche sacrificando la propria attività, esponendo raramente il proprio lavoro. E senza mai chiedere nulla per sé. Fu segretario di redazione e in pratica direttore della rivista Realismo. Con pari entusiasmo, organizzò dal nulla, un sindacato degli artisti.” Pur aderendo al movimento realista Fumagalli, come ha scritto Elena Pontiggia, “ha ben presente che la pittura ha le sue ragioni che l’ideologia non conosce e proprio questa convinzione gli assicura una precoce libertà espressiva”. E Guido Ballo nel 1952 in occasione di una personale alla galleria Bergamini, sottolineerà che “il pregio di Fumagalli è quello di continuare per la sua strada senza esteriori ricerche polemiche. Il neorealismo per lui non è una convenzione schematica. Gli suggerisce soltanto la libertà di comporre pittoricamente ambienti con una partecipazione e una intensità affettiva”.
Nel 1953 il comune di Sesto San Giovanni istituisce la civica scuola serale d’arte Federico Faruffini, esperienza originale che vede coinvolti allievi di diverse generazioni e di diversa collocazione sociale, tra cui molti lavoratori delle fabbriche sestesi, e di cui Fumagalli è il primo direttore e lo sarà fino al 1980. Nel 1957 fonda con Giuliana Pacini, sua compagna, la Galleria delle Ore, che inizialmente ha la sua sede in via delle Ore per poi trasferirsi nel 1959 in via Fiori Chiari. La Galleria si rivolge soprattutto alla promozione di giovani artisti, ma il suo impegno si manifesta anche sul fronte culturale con le iniziative editoriali, cataloghi, bollettini, monografie, collane. Dal 1961 al 1977 promuoverà il Premio del Disegno nella cui giuria parteciperanno alcuni tra i più importanti critici italiani tra cui Arcangeli, Russoli, Valsecchi, Ballo, Carluccio, De Micheli, Caramel, Tassi, Caroli, Fagone, e artisti tra cui Morlotti, Meloni, Negri, Tadini, Chighine, Broggini, Francese, Minguzzi, Scanavino, Veronesi, Della Torre. Dal momento della fondazione della Galleria delle Ore la sua attività di artista non si interrompe, ma in quanto gallerista ritiene di non poter più esporre (la sua ultima personale è del 1958), “per quel rigore lombardo-calvinistico, che è un po’ un connotato della sua personalità” (Stefano Crespi). Dopo la morte di Giuliana, nel 1993, la galleria continua la sua attività grazie al figlio Marco e a Giovanna Gallina, e chiuderà solo dopo la morte di Fumagalli. Prima della chiusura il Fuma tiene due mostre, la prima nel 1993 con opere anche di Cesare Breveglieri, e la seconda nel 1994 con una personale in cui sono esposte opere inedite. Giovanni Fumagalli muore il 22 marzo del 1995 a 93 anni. Nel 2004 il comune di Sesto San Giovanni gli dedica una grande mostra a villa Zorn curata da Elena Pontiggia.
Sempre in quell’anno viene esposta una sua opera alla mostra promossa dal comune di Modena “L’artista e il suo io. Tematiche dell’autoritratto nei percorsi del Novecento”, e nel 2011 alla Fondazione Stelline di Milano alla mostra “Lo stupore nello sguardo. La fortuna di Rousseau in Italia da Soffici e Carrà a Breveglieri”. Nel 2015 è presente a Palazzo Te a Mantova, alla mostra “Realismo socialista in Italia dal mito al mercato” con un olio del ’56, “La cucitrice”. Nel 2020 a Nova Milanese la Fondazione Rossi ha organizzato una mostra “Fumagalli, Meloni, Viviani: tre pittori altruisti sul territorio”, e pubblicato un catalogo dedicato alla mostra e alla Galleria delle Ore e al premio del disegno.
Intervista a Ruggero Savinio, in cui parla della Galleria delle Ore e di Giovanni Fumagalli, tratto da “Ruggero Savinio, pittore filosofo” di Daniela Annaro, documentario disponibile su MemoMi – La memoria di Milano, un progetto di Associazione Chiamale Storie con il sostegno di Fondazione Pasquinelli“.